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  Mario Nigro a tre anni MARIO NIGRO


Nato a Pistoia


 
Infanzia di Mario Nigro


INDICE DELLA BIOGRAFIA
  1. Nato a Pistoia
  2. La madre
  3. Il padre
  4. L'infanzia
  5. Livorno
  6. Adolescenza
  7. Laurea
  8. Mineralogia
  9. Farmacia
  10. Lavoro e matrimonio
Il luogo della sua nascita, la stupenda antica città di Pistoia, è casuale. Il padre, ancora fresco di laurea in matematica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, era costantemente alla ricerca di una cattedra fissa, e in questo itinerare per motivi di lavoro, i suoi figli nacquero si può dire ciascuno in un capoluogo diverso della Terra degli Etruschi.
     Mario Nigro nacque dunque a Pistoia, città che molti decenni più tardi gli dedicò grandi onori, anche se la località della sua maturazione è stata Livorno. Ma prima di approdare sui lidi labronici, la Famiglia transitò per Arezzo, borgo medioevale che, essendo Mario Nigro già più grandicello, rimase molto impressa nella mente e nei suoi ricordi, tanto che ne parlava spesso e volentieri.
     In alcuni fogli dattiloscritti abbiamo ritrovato alcuni ricordi vaghi di quei periodi lontanissimi vissuti in quei borghi, come le giornate di pioggia, l'acqua piovana che scorre tra le pietre del borgo, accanto ai marciapiedi, tra le pietre centenarie dell'acciottolato. Anche dei componenti la Famiglia ha ricordi sensoriali, uditivi, come l'essere cullato dalla madre, le voci del padre o dei fratelli che giocavano o magari leticavano, e poi le immagini, sfuocate dal tempo, delle case abitate in quel lungo peregrinare, la neve sul terrazzo, dove il piccolo Mario si divertiva ad affondare i piedi, e ancora gli alberi e le nuvole e i prati, paesaggi toscani che torneranno, nei molti dipinti figurativi che realizzò poi in età adolescenziale, ma anche dopo, fino all'anzianità, per diletto, per sfogo, parallelamente all'impegno nell'Arte Astratta. E le rare gite fino al mare, e i giochi sguaiati con i fratelli, con la sabbia, che in toscana chiamiamo rena
     I suoi genitori li definisce "severi, schivi da ogni pensiero di affermazione nella società, anzi uno spirito di sufficienza che non incoraggiava scanbi comunicativi nella loro serenità perfino troppo pregna di ingenuita, di fiducia".
E qui si nota, tra le righe, l'embrione di uno scontro con i genitori che si concretizzerà molto più tardi, con Mario Nigro ormai trentenne che decise di abbandonare sia il sicuro e remunerato impiego di farmacista che la stessa Livorno, per il viaggio al Nord, verso Milano, verso quel sogno coltivato a lungo e mai abbandonato, di realizzarsi come uomo-artista, di concretizzare una vita bohémien.
     Se a Pistoia visse da neonato e ad Arezzo da piccolo infante, Livorno, con la sua aria salmastra, il Conservatorio, la passione per la musica e per l’arte, il movimento dei Macchiaioli, le marine, le mareggiate, i bagni, il vivere intensamente e quasi freneticamente, Livorno, dicevamo, fu la città della sua seconda infanzia, della sua adolescenza e della sua maturità.
     Ma sempre restò in lui l’affezione al luogo di nascita, al punto che se gli domandavano «Lei è nato a Livorno?», rispondeva con un orgoglioso «No! Io sono nato a Pistoia!», quasi fosse, in qualche modo, una nota di merito, di distinzione.


Gianni Nigro





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